Normative

Welfare aziendale: la Legge di Bilancio 2019 segna una battuta d’arresto

La Manovra prevede interventi attraverso il Fondo per le politiche della famiglia, ma è evidente la minore attenzione per la materia rispetto al passato

La Legge di Bilancio 2019, dopo le importanti novità introdotte dalle tre precedenti manovre economiche, nei fatti segna una battuta d’arresto per quel che riguarda gli interventi a favore del welfare aziendale. La Manovra non prevede infatti misure specifiche in tal senso e si limita a indicare che parte dell risorse che saranno stanziate attraverso il Fondo per le politiche della famiglia saranno destinate a iniziative di conciliazione vita-lavoro e “welfare familiare aziendale“. Il welfare aziendale, che negli ultimi anni si è rivelato un fattore di rinnovamento della contrattazione e delle relazioni industriali, oltre che di modernizzazione del rapporto di lavoro, sembra quindi essere fuori dai temi di attenzione del Governo gialloverde.

Il welfare aziendale nella Legge di Bilancio del 2019

L’ondata di riforme in materia di welfare aziendale iniziata con la Legge di Stabilità del 2016, poi proseguita con le Manovre del 2017 e del 2018, sembra aver subito un forte arresto.

Il Governo gialloverde si è infatti limitato ad inserire un richiamo al welfare aziendale all’interno dell’articolo 1 comma 482 della Manovra per il 2019. Tale comma afferma che il “Fondo per le politiche della famiglia, per le politiche giovanili e per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità”, introdotto dal DL 223/2006 e gestito dal Ministero per le politiche della famiglia, sarà destinato a “finanziare interventi in materia di politiche per la famiglia e misure di sostegno alla famiglia, alla natalità, alla maternità e alla paternità, al fine prioritario del contrasto della crisi demografica, nonché misure di sostegno alla componente anziana dei nuclei familiari” (p. 85).

Il testo prosegue indicando gli interventi che il Fondo sosterrà a livello prioritario nel corso del 2019. Tra questi, all’interno della lettera n, è apertamente specificato che una parte delle risorse saranno destinate a “iniziative di conciliazione del tempo di vita e di lavoro, nonché di promozione del welfare familiare aziendale, comprese le azioni di cui all’articolo 9 della Legge 8 marzo 2000, n. 53”.

Il sostegno a misure previste dalla Legge 53/2000

Nonostante il testo sia molto generico, è più che probabile che nel 2019 saranno finanziati progetti e interventi per la promozione del welfare aziendale. A questo riguardo, la Manovra cita infatti le misure previste dall’articolo 9 della Legge 53/2000.

Ma cosa prevede questa normativa? Si tratta di una serie di interventi che riguardano:

  • progetti finalizzati a consentire alla lavoratrice madre o al lavoratore padre di usufruire di particolari forme di flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro, tra cui part-time, smart working e telelavoro, orario flessibile in entrata o in uscita, banca delle ore, flessibilità sui turni, orario concentrato;
  • programmi di formazione per il reinserimento dei lavoratori dopo il periodo di congedo;
  • progetti che consentano la sostituzione del titolare di impresa o del lavoratore autonomo, nel momento in cui questo beneficia del periodo di astensione obbligatoria o dei congedi parentali;
  • interventi e azioni volti a favorire la sostituzione, il reinserimento, l’articolazione della prestazione lavorativa e la formazione dei lavoratori con figli minori o familiari non autosufficienti a carico.

La visione del welfare aziendale nella Manovra del 2019

Per il 2019 non sono stati quindi previsti nuovi interventi in tema di welfare aziendale. Se ciò, da un lato, rappresenta una battuta d’arresto rispetto alle riforme introdotte negli anni scorsi, dall’altro evidenzia come – almeno per il momento – si sia scelto di non rimettere in discussione e stravolgere quanto fanno fin’ora. Non sono stati intaccati, ad esempio, gli incentivi previsti per i premi di risultato e la loro possibile conversione in welfare aziendale: la possibilità, quindi, di “welfarizzare” il premio di produttività a seguito di un accordo aziendale di secondo livello, e sulla base di una scelta autonoma del lavoratore, sarà attuabile anche il prossimo anno.

Ad ogni modo, sembra di poter dire che al momento il tema non appare di particolare interesse per il Governo, che sembra considerare il welfare aziendale solo in un’ottica di sostegno alla genitorialità. La Manovra, infatti, ne parla esclusivamente nella parte dedicata al Fondo per le politiche della famiglia e sottende – con l’espressione welfare familiare aziendale – una visione del welfare aziendale principalmente volta – se non esclusivamente – all’armonizzazione dei tempi di lavoro e di cura.

In questo senso occorre sottolineare come nella Manovra non solo è assente un’interpretazione del welfare aziendale come potenziale strumento integrativo dell’intervento dello Stato in materia di welfare, ma anche quella che lo vede come opportunità per rinnovare la contrattazione di primo e secondo livello, per rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori e, più in generale, per modernizzare il rapporto di lavoro e insieme le relazioni industriali.

Riferimenti

Testo integrale della Legge di Bilancio 2019 pubblicatoin Gazzetta Ufficiale

(Fonte www.secondowelfare.it)

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